Marì A Venezia al Padiglione Grenada a Palazzo Albrizzi Capello. Sarà ospite di un approfondimento critico il prossimo 18 Ottobre ore 16.00
La pittrice di fama internazionale Marì, membro del collettivo The Perceptive Group, sarà ospite di un approfondimento critico il prossimo 18 Ottobre ore 16.00 presso Palazzo Albrizzi Capello a Venezia (Cannaregio).
Artista indagata, tra gli altri, da Vittorio Sgarbi che ne riserva parole profonde in occasione dell’analisi dell’opera Grano al vento: “Una danza votata alla natura e alla sua fertilità, con un’espressività dichiaratamente fiabesca che antropizza gli elementi in gioco e li fa dialogare con le creature della fantasia. Il colore prorompe sul disegno in una resa fanciullesca che esalta il momento estatico in cui l’uomo si abbandona all’immaginazione” afferma il critico d’arte.
Marì intraprende artisticamente una ricerca improntata su un percorso di scomposizione sempre più marcato, sfidando così la comprensione degli assiomi. Inizialmente le realizzazioni si concentrano su creature minute, gli insetti, che, pur nella loro apparente insignificanza, sono in realtà i custodi, trascurati, di un equilibrio fragile. La loro presenza, attraverso forme geometriche e colori audaci, è un inno al loro stare al mondo, all’interconnessione tra tutti gli esseri viventi. Man mano la rappresentazione fisica si discosta dalla percezione fenomenica, si decompone, lasciando emergere non solo l’essenza di tali piccoli esseri, ma anche la loro vulnerabilità: i corpi si trasformano in linee spezzate, generando un gioco di labirinti visivi che evocano disorientamento. Questo passaggio da forme compiute a una rappresentazione frammentaria pone la riflessione sul caos del mondo contemporaneo, dove il piccolo è spesso dimenticato, seppur fondamentale. Iterazione di tale principio è anche l’avventura verso la riproposizione dei volti, dove la scissione raggiunge nuove vette. I lineamenti umani, un tempo icone di riconoscimento, si frantumano in un caleidoscopio; ora irriconoscibili, palesano la crisi identitaria di una società al cospetto della quale il singolo si dissolve nel collettivo. La bellezza si fa ambigua, ogni volto diventa enigma, maschera che cela e, allo stesso tempo, esterna. Marì non si limita alla riproduzione della realtà, ma la invita a riemergere dalle sue ceneri, per riconoscere la potenza del minuto e l’ambiguità del grande. La suddivisione diventa quindi un atto di resistenza, un modo per riappropriarsi di ciò che è stato dimenticato, per dare voce al silenzio e alla ricerca dell’anima (da cui l’opera in esposizione), quell’entità immateriale così poco avvezza ad essere analizzata perché sfuggente, imprevista, fluida eppure necessaria per una crescita collettiva etica e spirituale.
LA RASSEGNA STAMPA
1)https://www.unfoldingroma.com/cultura/23519/mar%C3%AC-a-venezia-al-padiglione-grenada-a-palazzo-albrizzi-capello/
2)https://e-zine.it/eventi/mari-a-venezia-al-padiglione-grenada/
3)https://www.oltrelecolonne.it/mari-a-venezia-al-padiglione-grenada/
4)https://www.cyranofactory.com/mari-a-venezia-al-padiglione-grenada-per-parlare-della-sua-ricerca-artistica/
5)https://www.paeseitaliapress.it/storia-arte-cultura/2024/10/09/mari-a-venezia-al-padiglione-grenada-per-parlare-della-sua-ricerca-artistica-dare-voce-al-silenzio-e-alla-ricerca-dellanima/